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Obiettivo: ottenerla tutti.
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dibattito a livello europeo

postiamoci notizie e dibattiamole :idea: :idea: :idea:
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per tutti a Venezia: il programma

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Dal 17 al 19 aprile 2008 a Venezia si terrà la Conferenza internazionale ad alto livello sul decentramento ed il coordinamento delle politiche del mercato del lavoro, concepita e promossa congiuntamente da questo Ministero, dalla Commissione Lavoro del Senato della Repubblica ed organizzata dal Programma LEED dell'OCSE in collaborazione con ISFOL e Italia Lavoro.

L'iniziativa riunisce Ministri del Lavoro, Segretari di Stato, alti funzionari e rappresentanti delle Commissioni parlamentari del Lavoro dei Paesi membri dell'OCSE o associati all'organizzazione. Tra gli altri si segnala la partecipazione del Segretario al Lavoro americano, dei Ministri del Lavoro di Romania, Finlandia, Sud Africa e di alti esponenti della Commissione e del Parlamento Europeo.

L'evento è stato programmato da tempo come occasione per tracciare un primo bilancio del processo di decentramento dei servizi per l'impiego e di riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, avviato da numerosi Paesi OCSE sin dagli anni novanta. In questo quadro si vogliono valutare i risultati ottenuti per adeguare le politiche pubbliche alla realtà locale, rendendole maggiormente aderenti ai bisogni delle imprese ed in grado di contribuire alla lotta contro l'esclusione sociale, nonché individuare i miglioramenti necessari alla luce delle esperienze più avanzate dell'area OCSE.

Al centro del dibattito vi è quindi il tema del legame tra modelli di politiche del lavoro, con particolare riguardo alle competenze dei lavoratori, e quelle per lo sviluppo locale, nel contesto dell'economia globalizzata e in linea con la Strategia di Lisbona. Saranno inoltre presentati i risultati preliminari della ricerca in corso in undici Paesi OCSE - fra cui l'Italia - sul tema dell'integrazione delle politiche dell'occupazione e dello sviluppo locale.
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per tutti a Venezia: le conclusioni

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PRINCIPI D’AZIONE DI VENEZIA
PER ACCRESCERE LA FLESSIBILITÀ NELLA GESTIONE
DEL MERCATO DEL LAVORO
I. Introduzione
Noi, partecipanti della conferenza ad alto livello sul tema di “Decentramento e Coordinamento: la
doppia sfida della politica del mercato del lavoro”, tenutasi a Venezia il 17-19 aprile 2008,
proponiamo i seguenti Principi d’Azione che mirano a porre l’accento sull’importanza di accrescere la
flessibilità nella gestione del mercato del lavoro al fine di conciliare meglio gli obiettivi nazionali e
locali.
In un’epoca in cui le risorse umane sono particolarmente importanti per la crescita economica,
sorge la necessità di esaminare con urgenza l’organizzazione delle politiche del mercato del lavoro
nell’ambito della strategia dell’occupazione in modo tale da migliorare la sua capacità di cogliere le
opportunità e di reagire alle difficoltà sperimentate dalle comunità locali in una economia basata sul
sapere. Con la nostra comune attività, speriamo di compiere nuovi progressi per risolvere il difficile
problema dell’equilibrio tra obiettivi nazionali e interessi locali,
II. Background: Un nuovo ruolo per la politica del mercato del lavoro
In un’economia globalizzata, caratterizzata dalla forte mobilità dei capitali, del lavoro e dall’
evoluzione tecnologica e organizzativa, le istituzioni che si dedicano a diverso titolo allo sviluppo
delle risorse umane hanno un ruolo fondamentale da svolgere. In un’ economia basata sul sapere, le
risorse umane sono un fattore fondamentale per lo sviluppo economico. I policy makers nel campo
della politica del mercato del lavoro e della formazione professionale, hanno un notevole contributo da
offrire, non solo per fornire il pool di competenze necessario all’economia locale, ma anche per
promuovere l’innovazione, l’imprenditorialità e la coesione sociale.
Nel corso degli ultimi dieci anni, il decentramento che si è verificato nel settore delle politiche
del lavoro in molti paesi dell’OCSE, ha consentito di prendere decisioni più aderenti alla realtà locale.
Tuttavia, ci sono ancora progressi da compiere perché sia riconosciuto alle agenzie dello sviluppo
locale (lavoro, formazione, politiche di investimento, etc.) anche un ruolo di protagonisti. Spesso, il
conseguimento degli obiettivi locali esige che uno stretto rapporto di collaborazione sia stabilito tra
diversi settori d’intervento per attuare strategie locali integrate. Ciò dipende dalla capacità dei decisori
locali di adeguare politiche e servizi, a sua volta tale capacità dipende dai margini di manovra e
dunque dalla flessibilità attribuita ai decisori. Riconoscendo il principio della flessibilità, le autorità
nazionali offrono agli attori locali la possibilità non solo di lavorare congiuntamente per risolvere i
problemi che riguardano la loro specifica comunità, ma anche di innovare ove necessario e di adeguare
le politiche alle esigenze locali.
Uno dei fattori che limita la flessibilità nella gestione della politica del mercato del lavoro a
livello locale, è la necessità di mantenere le norme di accountability. Taleesigenza è indubbiamente
una sfida difficile cui si fa fronte con gli assetti decentrati. Un adeguato decentramento implica la
condivisione della responsabilità delle decisioni locali tra numerosi attori e un consenso su un assetto
di accountability politicamente accettabile dai diversi livelli di governo. Ciò esige un partenariato
operativo tra le diverse parti interessate e tra i livelli nazionali e locali di governo.
La competenza e la capacità di analisi sono elementi essenziali a sostegno della flessibilità a
livello locale. Il coordinamento della politica del mercato del lavoro con lo sviluppo economico deve
andare oltre la prospettiva del breve termine. Una pianificazione congiunta e integrata richiede una
raccolta di dati a livello locale, la capacità di contribuire agli obiettivi strategici comuni e la gestione
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dei conflitti di gestione pubblica e l’individuazione di compromessi appropriati. Il rafforzamento delle
capacità dei livelli locali e la garanzia della disponibilità di dati disaggregati dovrebbero ugualmente
essere al centro di ogni strategia per assicurare il successo del decentramento.
III. Proposte di azioni
Noi, partecipanti alla Conferenza di Venezia ad alto livello invitiamo quindi le autorità nazionali,
regionali e locali del settore del lavoro a lavorare congiuntamente per:
1. Introdurre il principio di flessibilità nella gestione della politica del mercato del lavoro. Il
livello locale dovrebbe avere la possibilità di indicare orientamenti strategici per l’attuazione
dei programmi. Il livello locale dovrebbe avere la possibilità di prendere decisioni per
l’orientamento dei programmi e dei servizi pubblici, oltre a dover rispettare gli obiettivi
programmati.
2. Stabilire un assetto onnicomprensivo di gestione che preveda il principio di flessibilità a
livello locale. La politica del lavoro dovrebbe favorire una maggiore differenziazione locale
e tenere conto degli impatti complessivi a livello nazionale. In particolare, i target
dovrebbero essere negoziati con gli attori locali in modo che coincidano con le esigenze
strategiche locali, ma dovranno far parte nello stesso tempo di un assetto più ampio volto a
garantire che complessivamente gli obiettivi di politica nazionale continuino a essere
rispettati.
3. Costituire la capacità strategica. In tale ambito, è particolarmente importante accrescere le
capacità locali poiché le strategie per lo sviluppo delle risorse umane devono essere integrate
e adeguate alla realtà economica locale. Il personale delle agenzie del lavoro dovrebbe
conoscere molto bene le pratiche imprenditoriali e le condizioni economiche locali, gli
sviluppi industriali e i metodi adeguati per individuare le lacune di competenze e le
inadeguatezze dei settori economici locali. Il personale dovrebbe anche sviluppare le
capacità analitiche necessarie per sfruttare tali conoscenze nell’elaborazione di più ampi
programmi strategici a livello locale.
4. Raccogliere l’informazione per l’analisi a livello locale e a supporto delle decisioni. La
creazione di una capacità di analisi delle condizioni economiche e del mercato del lavoro
esige una base di conoscenze approfondite Il livello di governo nazionale può favorire il
processo avendo cura che i dati raccolti siano disaggregati per il livello locale e rendendo
disponibili strumenti analitici adeguabili alla situazione locale.
5. Migliorare i meccanismi di governance. I servizi pubblici e privati per l’impiego
dovrebbero collaborare efficacemente con le Autorità locali, le imprese, i sindacati e la
società civile, le istituzioni dell’istruzione, i centri di ricerca, le agenzie di sviluppo
pubbliche e private. Non esiste un unico meccanismo di governance che si adegui a tutti gli
assetti istituzionali, ma i partenariati sono un mezzo efficace per elaborare strategie
adeguate e realistiche.
6. Migliorare le procedure amministrative. Attuare le politiche valorizzando secondo il livello
locale è una sfida difficile. Nei grandi paesi, che hanno sistemi complessi di distribuzione
delle competenze dei poteri, una perfetta armonizzazione potrebbe sembrare spesso
impossibile. Occorre realizzare un ampio esame su come funzionano le amministrazioni, su
come cooperano e gestiscono gli interventi al fine di favorire una migliore collaborazione tra
i diversi livelli di amministrazione e le diverse istituzioni. Tale collaborazione è
particolarmente importante poiché i nuovi e più ampi obiettivi dello sviluppo delle risorse
umane riguardano diversi settori dell’azione pubblica.
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Riquadro 1. Suggerimenti per la futura agenda del Comitato direttivo LEED dell’OCSE
Alcuni meccanismi menzionati più sopra destinati a favorire il cambiamento, sono già stati ben
analizzati – corredati di un certo numero di esempi innovativi di pratiche esemplari che sono stati
evidenziati durante la conferenza – ma occorre continuare le nostre attività di analisi per aiutare i governi
ad attuare i cambiamenti amministrativi e le riforme di governance necessarie per soddisfare i criteri
definiti nell’impegnativo programma d’azione. Il Comitato direttivo del LEED è particolarmente
competente per l’esame delle suddette questioni, rafforzato dalla collaborazione del Gruppo di lavoro sulle
PMI e sull’Imprenditorialità del Comitato del Turismo che si avvalgono anche del sostegno del Centro per
l’Imprenditorialità, le PMI e lo Sviluppo locale dell’OCSE. Incoraggiamo l’OCSE a continuare il suo
lavoro di apripista in questo campo, aiutando i decisori del settore dell’impiego e le altre parti interessate a
far fronte alle sfide e a trarre vantaggio dalle opportunità associate alla globalizzazione. In particolare,
incoraggiamo il Comitato direttivo del Programma LEED, quando pianificherà il suo futuro programma di
lavoro secondo le regole e procedure definite dall’OCSE, a esaminare le seguenti questioni:
1. Conciliare flessibilità e accountability nella politica del mercato del lavoro. Come indicato più
sopra, uno dei principali fattori che contribuisce a limitare l’azione dei responsabili nazionali
nell’introdurre la flessibilità a livello locale, è la necessità di conservare l’accountability
nell’attuazione degli interventi. Secondo quali termini sono distribuite e coordinate le
responsabilità tra attori locali (agenzie del lavoro, autorità locali, responsabili delle politiche di
sviluppo economico) rispetto ai risultati ottenuti per le comunità locali di loro competenza?
2. Promuovere l qualità del lavoro. Il fatto di rispondere esclusivamente alle esigenze di breve
termine nelle economie che hanno un basso livello di produttività, potrebbe portare a un
elevato turnover, alla perdita di competenze e a un debole sviluppo economico. In alcuni
contesti, le istituzioni del mercato del lavoro lavorano con le imprese per migliorare i processi
locali di produzione e per sfruttare meglio le competenze disponibili a livello locale. Tale
collaborazione conduce a posti di lavoro più qualificati e contribuisce a rendere più
competitiva l’economia locale. Quali sono le innovazioni e gli strumenti che hanno dimostrato
di essere particolarmente efficaci in tale processo?
3. Rafforzare le alleanze strategiche a livello locale. In numerosi paesi dell’OCSE si riscontra un
fenomeno di ‘partnership fatigue’, ma le alleanze strategiche continuano a essere uno
strumento che consente di gestire la collaborazione intersettoriale, in particolare quando tale
collaborazione opera a livello locale (subregionale) e al livello in cui le strategie di sviluppo
economiche sono state attuate. Quali incentivi si possono prevedere per incoraggiare una
efficace attività di équipe e di risoluzione dei problemi a livello locale? Quali aspetti della
gestione delle politiche settoriali e dei programmi possono frenare il lavoro collaborativo?
4. Creare la capacità di analisi locale. I dati e le conoscenze tecniche sono necessari per la
diagnosi e la pianificazione strategica a livello locale. Qual è il ruolo degli enti nazionali di
statistica, delle autorità locali del mercato del lavoro e degli enti di ricerca nel rafforzamento
della capacità di analisi? I compiti di sviluppo del mercato del lavoro e delle informazioni
economiche dovrebbero essere commissionati congiuntamente dalle parti interessate locali?
5.
Capacity building. Nell’amministrazione del mercato del lavoro esiste una tradizione di
gestione burocratica che non favorisce il lavoro congiunto e un approccio costruttivo di rete
collaborativa. Per il Programma LEED sarà importante continuare a rafforzare le capacità delle
istituzioni del mercato del lavoro di promuovere un approccio di gestione “aperto” , inteso a
risolvere i problemi in una prospettiva di più lungo termine, e basato su efficienti
consultazioni, su collaborazioni incrociate.
Venezia, il 19 Aprile 2008


Allora, siamo a posto?
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progetto Centrale Operativa

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1. Descrizione sommaria dell’idea d’impresa

CENTRALE OPERATIVA S.O.S. “Milano cura”

La Centrale Operativa S.O.S. “Milano cura” provvede all’erogazione dei seguenti servizi:

• informa i cittadini e li orienta ai punti di assistenza specifici/specializzati - per tipologia di utenza e bisogni - a cui rivolgersi nel territorio milanese nel campo dei lavori di cura alla persona in ambito domestico, sia bambini che adulti e anziani, autosufficienti, parzialmente o totalmente non autosufficienti;
• informa, orienta e sostiene (con il supporto di personale specializzato medico, paramedico, psicologi ecc.) le persone che già svolgono attività di assistenza e cura alla persona, per ogni tipologia di bisogno;
• sviluppa un lavoro di rete per la mappatura e raccolta di informazioni specifiche riguardanti tutti gli operatori nel campo dell’assistenza alla persona nel territorio milanese, affinché siano facilmente e rapidamente individuabili allo scopo di fornire risposta mirata e tempestiva alle richieste della popolazione milanese;
• informa gli operatori dei Servizi per l’Impiego, e di altri Servizi che hanno il compito di orientare le persone interessate a lavorare nell’ambito dei lavori di cura, dell’apertura di nuovi centri di formazione, agenzie di intermediazione, iniziative imprenditoriali, nel settore dell’assistenza alla persona;
• monitora i bisogni espressi sia dai cittadini che dai lavoratori del settore assistenziale, sottolineando alle istituzioni referenti eventuali lacune da colmare con azioni specifiche sia a livello formativo che organizzativo e imprenditoriale;
• propone collegamenti con altre realtà territoriali già operanti, creando sinergie e opportunità lavorative per gli operatori del settore assistenziale anche al di fuori del territorio milanese.

La Centrale Operativa S.O.S. “Milano cura” si impegna a dare precedenza nell’assunzione delle risorse umane necessarie per l’espletamento delle attività da eseguire ai lavoratori precari che hanno già operato nell’Ente Comune di Milano sia in somministrazione che in qualità di collaboratori, rimasti fuori dai percorsi di stabilizzazione, e – a seguire – ai lavoratori precari che hanno operato presso la Provincia di Milano e la Regione Lombardia, inquadrandoli con contratto subordinato a tempo determinato per l’intero triennio di sperimentazione. E’ questo il motivo per cui l’assegnazione del progetto non viene stabilita da una gara ma da affidamento alla Centrale Operativa S.O.S. “Milano cura” costituentesi con la consulenza e assistenza tecnica da parte di LaborLab, programma regionale che ha fra i suoi obiettivi il sostegno all’autoimprenditorialità dei lavoratori atipici, realizzando così la prima sperimentazione di politiche integrate per il recupero e valorizzazione delle professionalità altrimenti sprecate dal comma 3 dell’articolo 49 e a seguire.

2. Sezione: competenze ed interessi ( indicare solo ciò che è correlato all’idea d’impresa )
Competenze: Psicologa del lavoro e dell’organizzazione
Interessi: Orientamento, Formazione, Flexicurezza
3. Sezione: esperienze utili ( indicare solo ciò che è correlato all’idea d’impresa )
Gestione start up Sportello Assistenti Familiari del Comune di Milano 2005-2006 fino a termine sperimentazione con risultati presentati a Equal e Cariplo
Ideazione e stesura progetto “Milano cura”
4. Sezione: i bisogni dei clienti target (sulla base di proprie valutazioni o percezioni)
Richiesta di assistenza a domicilio per bambini, adulti, anziani, autosufficienti, parzialmente o totalmente non autosufficienti
Imprese e microimprese, Enti, Cooperative, Associazioni, che operano nel settore e vogliano evidenziare le caratteristiche peculiari dei servizi offerti all’intera popolazione milanese per un immediato contatto in caso di bisogno, offrendo quindi assistenza a domicilio per bambini, adulti, anziani, autosufficienti, parzialmente o totalmente non autosufficienti
Centri di formazione e Agenzie di intermediazione lavoro che operano nel settore, Centri per l’impiego alla ricerca di figure specializzate nell’assistenza domiciliare
Monitoraggio bisogni e segnalazione a istituzioni di eventuali lacune da colmare nel settore
Proposta di lavoro in rete con altre Centrali già attive nel territorio nazionale per favorire scambio di esperienze e la mobilità, se richiesta, dei lavoratori del settore.
5. Sezione: il bacino di utenza (sulla base di proprie valutazioni o percezioni)
Enorme, in crescita esponenziale, considerando in particolar modo l’invecchiamento della popolazione e la necessità di ricorso a cure domiciliari
6. Sezione: sede operativa (ubicazione orientativa e dimensioni di massima)
Sede di proprietà comunale o sede da acquisire in affitto per ospitare postazioni PC / telefoniche e accoglienza agli utenti come definiti sopra
7. Sezione: piano di spesa minimo (solo le voci principali ed i relativi importi, senza IVA)
Stipendi e contributi per 3 anni a lavoratori assunti con contratto subordinato
Affitto locale e attrezzature, se non messe a disposizione dal Comune di Milano per la gestione del data base e sportello d’accoglienza agli utenti come sopra definiti
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cose dell'altro mondo!

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L'anno scorso avevo fatto una ricerca per vedere se vi fosse un'assicurazione contro la disoccupazione alternativa a quella dell'INPS alla quale iscriversi privatamente, e avevo trovato indicazioni relative alla Svizzera. Oggi vedo che su La Repubblica degli stagisti riportano questo indirizzo che vi invito a esaminare http://www.area-lavoro.ch/

Nota bene: il mio pc è ancora rotto e lo riavrò a dicembre, pertanto i miei contatti sono rallentati o sospesi per mancanza di indirizzi e riferimenti postali (che spero di poter recuperare).
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flexicurity ... a modo mio

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Facciamo un esempio, così ci spieghiamo bene. Vado a teatro e un povero disgraziato si trova al termine dello spettacolo da solo a distribuire cappotti e ombrelli a non finire. Poniamo che io resti disoccupata. Nelle condizioni attuali non avrei diritto a un becco di un quattrino nonostante i miglioramenti sbandierati (sono co.co.pro. in settore non in crisi). Nel modello che propongo io, avrei diritto invece a un importo x di sostegno per non finire in povertà ma con l'impegno di verificare giornalmente le offerte di prestazioni occasionali di max 3 ore al giorno che mi consentano di essere abbastanza libera per frequentare anche un corso di lingue, anche quello per max 3 ore (e fanno 6). Mettiamo che io abiti vicino a quel teatro e non a 18 euro di taxi (radiobus non sempre si trova e di notte da sola in giro non ci vado). Andrei a distribuire gli ombrelli, dando una mano a quel povero disgraziato non sottoposto così alle lamentele di tutti quei poveri disgraziati con le mani tese. Direte... "ma tu, ti abbasseresti a fare questo lavoro?" e io vi rispondo: "certo che si. Mica mi cade la corona dalla testa, se lo vado a fare. Che ne sanno le signore impellicciate se io sono disoccupata o una "sciura" che, pari a loro, fa volontariato!" Poi, appena capita la buona occasione, per esempio mi chiamano in Regione a fare la consulente, vado.
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Fondazione per il Welfare

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(IRIS) - MILANO, 12 GEN - Oggi alle ore 12.00, in Sala dell'Orologio, a Palazzo Marino, la sindaca Letizia Moratti presenterà alla stampa la Fondazione Welfare. Interverranno il Presidente della Provincia Filippo Penati, il Presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Onorio Rosati (Cgil), Fulvio Giacomassi (Cisl), Walter Galbusera (Uil).Saranno presenti gli assessori Mariolina Moioli (Famiglia, Scuola e Politiche sociali) e Andrea Mascaretti (Politiche del Lavoro e dell'Occupazione).

non vedo l'ora di vedere come funziona!
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vi osserviamo: dateve 'na mossa

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Firmata convenzione tra Bin Italia e Provincia di Roma
Comunicato stampa Roma, 23 gennaio 2009

"UN PASSO IN AVANTI IMPORTANTE PER IL DIBATTITO ED IL PERCORSO SUL REDDITO DI CITTADINANZA NEL NOSTRO PAESE" COSI IL PRESIDENTE DEL BIN ITALIA, LUCA SANTINI SULLA CONVENZIONE FIRMATA TRA IL BIN ITALIA, L'ASSESSORATO AL LAVORO, L'OSSERVATORIO SULL'OCCUPAZIONE E LA QUALITA' DELLA VITA, DELLA PROVINCIA DI ROMA

L'associazione Bin Italia dà notizia dell'avvenuta sottoscrizione, oggi 23 gennaio 2009, di una convenzione quadro con la Provincia di Roma e con l'"Osservatorio sull'occupazione, il mercato del lavoro, l'evoluzione delle imprese e la qualità della vita" costituito presso l'Assessorato al lavoro della medesima Provincia.
La convenzione ha ad oggetto la predisposizione, da parte del Bin Italia, di strumenti interpretativi e metodologici, di monitoraggio e aggiornamento del dibattito italiano ed internazionale in tema di reddito garantito.

Il presidente del Bin Italia Luca Santini dichiara: «L'avvio di una collaborazione continuativa tra l'associazione italiana per il reddito garantito e la Provincia di Roma, attraverso l'Assessorato al Lavoro e all'Osservatorio del lavoro, è il segnale importante che và verso un'esigenza comune che è quella di una radicale riforma del nostro sistema di welfare, sempre più incapace di tutelare adeguatamente la cittadinanza nei passaggi chiave dell'esistenza. La precarizzazione dei rapporti sociali e lavorativi aumenta a dismisura i rischi di vulnerabilità in seno alla forza lavoro e alla popolazione. E' importante che vi sia nelle istituzioni locali e nelle prassi amministrative una nuova sensibilità sulla grammatica dei diritti sociali e di base, la cui tutela rientra appunto tra i fini statutari della nostra associazione. Oggi finalmente, con questa convenzione, abbiamo trovato non solo degli ottimi interlocutori interessati, ma possiamo dire che la questione del reddito, continua ad acquisire quell'importanza e quella centralità che merita nel dibattito politico.».

«Il Bin Italia si dichiara pronto a fornire le proprie competenze in campo giuridico, economico e sociologico, al fine di accompagnare il percorso politico in tema di reddito e nuovo welfare che la Provincia di Roma vorrà mettere in campo. E' infatti di assoluta urgenza la predisposizione di un sistema di garanzie compiutamente universale, non più solo indirizzato -come nel welfare italico- prioritariamente al lavoratore subordinato, titolare di contratti stabili e a tempo indeterminato; è invece necessario superare la frammentazione del nostro stato sociale, - conclude Luca Santini - costruire nuove garanzia ed estendere i diritti a soggetti finora scoperti a partire dai lavoratori precari, pienamente dentro la produzione di ricchezza ma fuori da ogni garanzia e diritto minimo, a partire dal riconoscimento di un reddito garantito. »

Nel luglio 2008 si è costituita l'associazione Basic Income Network - Italia (BIN-Italia), il nodo associativo italiano della rete internazionale raccolta nella sigla Basic Income Earth Network. Scopo statutario del BIN-Italia è mettere in relazione individui, gruppi e competenze affinché possa realizzarsi una l'introduzione di un basic income, ossia un reddito garantito e di cittadinanza erogato a tutti/e in modo universale e incondizionato. Il battesimo ufficiale dell'associazione è avvenuto il 24 novembre scorso, presso la Fondazione Basso, con la celebrazione di un convegno dal titolo "Nuovo welfare e reddito di cittadinanza: politiche europee e italiane a confronto". Informazioni complete sulla struttura associativa potranno essere reperite al sito internet: www.bin-italia.org.
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proposte a sostegno disoccupati

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Trascrivo quanto espresso dal consiglio direttivo del Bin-Italia a proposito della proposta Franceschini http://www.bin-italia.org/informa.php?ID_NEWS=33

La proposta di Dario Franceschini di garantire un sussidio a tutte/i coloro che perdono lavoro in seguito alla crisi economica attuale è semplicemente una proposta di buon senso. In verità la questione è più complessa, il sostegno di cui si parla è ancora inserito dentro un'idea di ultima istanza, e nonostante ciò non può che essere salutato in maniera positiva perchè dimostra la centralità e l'importanza che dovrebbe avere questo dibattito nel nostro paese. Anche se fosse minimo, condizionato, mero strumento di rilancio dei consumi e proposto come ammortizzatore sociale e non come diritto di cittadinanza, è comunque una novità l'interesse e il consenso che, questa semplice e quasi ovvia proposta, sta suscitando.

Riteniamo tuttavia che la proposta debba essere meglio specificata: in primo luogo, occorre chiedersi chi sono oggi i destinatari. Si parla genericamente di disoccupati, alludendo a colui o colei che non è messo in condizioni di lavorare, pur volendolo. Chi è fuori dal mercato del lavoro ed ha quindi bisogno di reddito. Come potremmo definire allora un lavoratore precario quando passa da un lavoro ad un altro? E' fuori dal mercato oppure è dentro il mercato del lavoro ma fuori da ogni garanzia? Ecco quindi che l'idea di affrontare una 'lotta alla disoccupazione' senza tener conto delle modificazioni produttive avvenute può portare fuori strada. Ma c'è di più. Per i precari il ricatto continuo si gioca sull'unica opportunità possibile che si presenta, a prescindere dal tipo di contratto, dalla durata e dal salario percepito. In questa condizione il reddito garantito dà forza alla contrattazione e sopratutto aiuta a liberare tempo per non sottostare al ricatto del lavoro purché sia e cercare invece opportunità migliori (ricordiamo la 'promessa' della Lisbon Agenda di aiutate tutti a trovare il 'proprio' contributo produttivo alla crescita comune).

Per quelli che vengono definiti 'disoccupati', proprio come per i precari, il ricatto è lo stesso, solo che si muove dentro un mercato altrettanto potente, quello senza regole minime, il lavoro nero. Tutti e due i soggetti, se vogliamo leggerli ancora con lo sguardo di chi intende pensare a soggetti diversi, hanno la necessità immediata di un reddito garantito per rompere questo circuito perverso. Di fatto, oggi il disoccupato non è più chi non riesce a trovare lavoro, ma piuttosto chi, pur lavorando non percepisce un reddito sufficiente (per una vita dignitosa). La vera emergenza, per tutti, è quindi la carenza di reddito. Chi lavora, chi ha un contratto atipico, chi tutti i giorni è impegnato in attività di formazione, di apprendimento, di relazione, di fatto svolge una prestazione produttiva e, nella maggior parte dei casi, tale attività produttiva non viene riconosciuta né remunerata e si trova in condizioni di gravi difficoltà economiche. A livello europeo, si sta discutendo di proposte per garantire continuità di reddito minimo e il diritto alla copertura dei bisogni essenziali viene garantito dalle Carte sociali europee e dalla Carta di Nizza. E' un primo passo, rispetto al quale l'Italia (che notoriamente non ha alcun dispositivo di reddito minimo) deve adeguarsi. Un primo passo è una riforma degli ammortizzatori sociali che vada in questa direzione.

Attualmente, al contrario di ciò che afferma il ministro Brunetta, il sussidio di disoccupazione, oltre che essere miserevole, può essere erogato solo a chi negli ultimi 24 mesi ha pagato contributi sociali per 52 settimane lavorative (ovvero solo a chi aveva un contratto di lavoro a tempo indeterminato), oppure ai dipendenti subordinati delle medie-grandi imprese grazie alla Cassa Integrazione. I precari sono ovviamente esclusi. Il dibattito che si è avviato sulla proposta Franceschini è una apertura al tema del reddito garantito sul piano nazionale. Ma è altrettanto necessario che questo dibattito, anche perchè in prossimità delle elezioni europee, si sviluppi al fine di porre la questione della garanzia di reddito per tutte e tutti come nodo centrale delle nuove politiche del lavoro e sociali europee, come simbolo di una solidarietà paneuropea.

Il nodo del finanziamento di un nuovo welfare adeguato alla realtà del lavoro vivo presente nel nostro paese può essere facilmente risolto: oltre la questione dell'evasione fiscale, bisogna pensare che in Italia molti cespiti di reddito (da quello relativo al possesso di titoli finanziari, allo sfruttamento di posizioni di rendita e di localizzazione, alla rendita da proprietà intellettuale, all'uso privatistico del territorio solo per citare alcuni esempi) non sono soggetti a tassazione o lo sono in misura limitata. In ambito europeo si è da tempo suggerito che gli iniqui e immorali aiuti della politica agricola comune (PAC), che affamano il terzo mondo e consentono sacche di rendita agraria sovvenzionata, siano aboliti e che le relative risorse siano convertite per finalità sociali. Ancora in questi giorni è stata lanciata l’idea del finanziamento di un sistema continentale di flexicuriy alla cui base vi sarebbe la garanzia dei bisogni essenziali, attraverso la creazione di eurobonds che la forza dell’euro potrebbe imporre al mercato.

Il presidente americano Obama vuole introdurre un incremento dell'aliquota fiscale del 2% per i redditi superiore ai 100.000 dollari per finanziarie il progetto di sanità pubblica. In Gran Bretagna, il governo Brown si sta muovendo nella stessa direzione. In Italia, i depositi bancari sono tassati con aliquote superiori al 30% mentre le rendite finanziarie con ritenuta d'acconto del 12%. Su come finanziare un reddito garantito non c'è molto altro da aggiungere. Riteniamo pertanto che la straordinaria risonanza avuta in questi giorni dalla proposta dell'assegno ai disoccupati vada nella giusta direzione, non solo perchè dà dignità ad un dibattito che sembrava fino a poco tempo fa, anche agli ex governanti, sterile ed utopistico, ma anche perché apre le porte ad una possibile e necessaria riforma del welfare che comprenda la questione del reddito garantito. In questo senso riteniamo che prima o poi sarà necessario porre con ancora più forza la questione del reddito come diritto di cittadinanza, come reddito di esistenza.

Uno sguardo al dibattito di questi giorni. Per darvi un assaggio del dibattito in corso, del coinvolgimento di esponenti di destra, tutti contrari, e sinistra, con proposte diverse, di economisti, sociologi e quant'altro sul tema, vi consigliamo di andare sul sito del Bin-Italia a questa pagina http://www.bin-italia.org/informa.php?ID_NEWS=26 in cui abbiamo raccolto una serie di risposte. I link che troverete dimostrano in quanti ne stiano parlando e dove ne stanno parlando: siti di informazione giornalistica, istituzionale, blog, siti sindacali, insomma ovunque.

Ed in tempi di ronde, che la centralità del sostegno al reddito possa far tornare a parlare di politica, a partire dal riconoscimento di un nuovo diritto, non è poca cosa.
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Appello on line reddito garantito

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APPELLO
Per un reddito garantito in Europa

http://www.bin-italia.org/PETITION/index.php

Premesso che:

* la crisi economica internazionale si va approfondendo e mina sempre più le condizioni di lavoro e di reddito dei cittadini in tutti gli Stati: ogni tentativo di stimare le conseguenze della crisi viene rivisto continuamente al ribasso e la disoccupazione nel vecchio continente potrebbe raggiungere una media del 10%, con milioni di nuovi soggetti espulsi dal processo produttivo;

* fulcro delle protezioni welfaristiche – come dimostrano le impostazioni degli Stati del Nord Europa e secondo quanto indicato in molti documenti dell’Unione Europea - si rivela, ora come non mai, la tutela del reddito inteso come garanzia di una vita dignitosa;

* la costruzione di una piena e compiuta cittadinanza sociale europea passa necessariamente per la garanzia effettiva del “diritto ad esistere” in favore di tutti i componenti di una medesima comunità;

* è oggi in gioco la tenuta del modello sociale europeo e per difenderne la ratio e l'ispirazione, e consentirgli un ulteriore avanzamento, è necessaria una precisa assunzione di responsabilità da parte di tutti gli organi dell'Unione Europea;

* a partire dalla crisi, ed oltre la crisi, è più che mai necessario dare un segno concreto di coesione e solidarietà paneuropea fornendo risorse sufficienti, di cui solo l’Unione nel suo complesso può disporre, per sostenere un reddito garantito per i cittadini residenti, esigibile nei confronti di tutti i paesi aderenti, come indicato dal Parlamento Europeo nella Risoluzione dell’Ottobre del 2008;


Facciamo appello ai candidati e alle candidate delle elezioni europee 2009

* ed a coloro che saranno eletti al Parlamento europeo - affinché si impegnino a promuovere un reddito garantito per i cittadini residenti nel continente europeo e ad attivarsi perché, in particolare, l’Italia si avvicini agli Stati europei che si sono dotati di misure di sostegno del reddito per tutti i cittadini non in possesso di risorse adeguate a condurre una vita dignitosa. Chiediamo dunque una pubblica presa di posizione in merito a questo impegno da parte dei candidati alle elezioni europee 2009, ed una maggiore interlocuzione con la società civile, scientifica ed accademica per giungere, già a partire dal 2010, anno di lotta alla povertà in Europa, ad istituire una misura universale di reddito garantito europeo.

Primi firmatari:
Bin - Italia
Progetto Diritti
Associazione Antigone
Cilap Eapn Italia
Associazione Nazionale Giuristi Democratici
Unione degli Universitari Napoli
Associazione BioS – Milano
Associazione Lunaria
Magistratura Democratica
Sbilanciamoci
Carta
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